La Commedia Aragonese è una preziosissima edizione della Divina Commedia commissionata da Alfonso V d’Aragona, monarca che prese in Napoli il nome di Alfonso il Magnanimo.
Fine conoscitore della storia, amante degli scrittori classici, grande protettore delle arti, Alfonso trasformò Napoli in una grande capitale della cultura internazionale e lasciò ai posteri un’eredità inestimabile.
Ad Alfonso si deve per esempio il rifacimento di Castel Nuovo (più conosciuto con il nome di Maschio Angioino). Per la fortezza destinata a diventare uno dei simboli della sua capitale, il monarca fece realizzare il celebre portale in marmo bianco che ancora oggi è una delle più grandiose celebrazioni della storia cittadina..
Non tutti i lasciti di Alfonso, tuttavia, furono di pietra. Uno dei più importanti, la Commedia Aragonese, è realizzata in materiale assai più fragile ma è riuscita a superare indenne secoli turbolenti.
Questo straordinario pezzo d’arte libraria è stato in grado di traghettare Dante dall’epoca medievale a quella Moderna: nella venerazione di Alfonso verso i poeti classici e verso il più grande poeta del Medioevo si ravvisano già i semi più profondi della grande era del Rinascimento.
Dopo lunghe vicissitudini e passaggi di mano tra eredi diretti e collezionisti privati, oggi l’originale della Commedia Aragonese è custodito dal British Museum di Londra, ma può arrivare nella casa di ogni collezionista grazie alle fedeli riproduzioni di StuporArt.
Le caratteristiche della Commedia Aragonese
Commedia Aragonese
La Commedia Aragonese originale riporta le tre cantiche senza commento e con rubriche
in volgare.
È un codice membranatico di grande formato, alto 37 cm e largo 24,8. Risulta composto di
190 fogli numerati in cifre arabe dall’1 al 190.
La coperta è formata da assi in cartone ricoperte di pelle di vitello chiaro. Purtroppo la rilegatura non è più quella originale, poiché, nel corso del XIX secolo si rese necessaria la sua sostituzione. Il testo è scritto con inchiostro marrone in caratteri gotici ben distanziati tra loro in maniera da facilitare la lettura del testo.
Il motivo per cui la Commedia Aragonese è diventata così famosa nel mondo sta nella
magnificenza e nell’unicità del suo apparato iconografico.
Alfonso commissionò infatti la realizzazione dell’opera a due maestri miniaturisti che lavorarono alla Commedia Aragonese tra il 1444 e il 1450. Priamo della Quercia realizzò i capilettera e le grandi lettere iniziali istoriate presenti nella cantica dell’Inferno e del Purgatorio.
Commedia Aragonese
Al celebre maestro senese dobbiamo quindi la splendida N che apre l’opera e nella quale vediamo Dante e Virgilio che si incamminano lungo un sentiero circondato dall’iconica selva. Un altro degli straordinari capolavori del della Quercia è lo spettacolare stemma di Aragona su fondo d’oro zecchino che decora la prima pagina del manoscritto.
Giovanni di Paolo, anch’egli senese, venne invece incaricato della realizzazione dei capilettera e della lettera iniziale istoriata del Paradiso.
Entrambi i celebri miniaturisti realizzarono a corredo del testo anche delle immagini decorative che descrivono i momenti salienti della Commedia. Tra di esse vale la pena ricordare la celeberrima miniatura su sfondo azzurro che rappresenta Dante e Beatrice al cospetto del Cristo Redentore.
Fac-simile della Divina Commedia Aragonese: un pezzo da collezione
Commedia Aragonese
StuporArt ha impiegato le raffinate abilità delle sue maestranze per riprodurre fin nei minimi dettagli l’inarrivabile raffinatezza della Divina Commedia Aragonese.
Il prezioso volume da collezione restituisce tutto il fascino dell’originale grazie al minuzioso studio dei materiali e alla loro attenta riproduzione.
Le 190 pagine del fac-simile della Commedia Aragonese sono stampate ad altissima risoluzione su carta Favini – Sistina color avorio, trattata con tecniche particolari al fine di restituire nella maniera più fedele possibile l’aspetto e la grana dell’antica pergamena.
Tutte le miniature e i capilettera catturano lo sguardo grazie all’accurata riproduzione della lumeggiatura in oro zecchino che costituisce un vero e proprio fil rouge di tutta l’opera.
A differenza dell’originale, la coperta è rivestita in stoffa rosso carminio con fermi e borchie in metallo.
Le copie sono realizzate in tiratura limitata: della Commedia Aragonese StuporArt esistono soltanto 399 esemplari numerati.