Formato cm 20 x 20
Realizzato sul quadrella in terracotta
L’opera, di proprietà degli eredi dei nobili Fenicia di Ravello, è nota con il nome “L’arcangelo Gabriele, pittura d’Eterna vernice”, e ritrae su una piastrella 20 centimetri per 20 il personaggio biblico con le sembianze di Leonardo “in una posa di tre quarti e con i riccioli d’acqua”. Per giungere alla conclusione che si tratti del primo dipinto del futuro maestro della Gioconda, i due esperti, il Professor Ernesto Solari noto studioso di Leonardo e autore di studi e scoperte leonardesche, e la Dott.ssa Ivana Rosa Bonfantino, consulente Grafologa (già Professore di Grafologia Comparata e Storia della Grafologia dell’Università LUMSA di Roma) presso la sede della stampa estera, dichiarano che si tratterebbe del volto di Leonardo da Vinci.
I due studiosi hanno portato avanti un’indagine di tre anni prendendo in esame circa 6mila documenti, stando a quanto scoperto dagli scienziati, Leonardo avrebbe realizzato questo dipinto quando aveva 19 anni, appena uscito dalla bottega del Verrocchio. Vergata da sinistra a destra, mimetizzata nella mandibola, si può scorgere la scritta “da Vinci lionardo”. Inoltre, quasi sovrapposta alla firma, l’artista avrebbe inserito un piccolo rebus con i numeri 52 e 72 che richiamerebbero, rispettivamente, la data di nascita del maestro e a Gabriele. Infine sul bordo inferiore del dipinto ci sarebbe la sigla “Ldv”, molto usata dall’artista negli anni successivi e considerata una prova importante dell’autenticità dell’opera. Molti studiosi affermano che si tratti di una produzione proprio di Leonardo che l’avrebbe eseguita all’età di 18 o 19 anni, cioè tra il 1470 e il 1472. Il giovanissimo Leonardo -aveva circa 18/19 anni- l’ha verosimilmente realizzata nella fornace del nonno a Bacchereto, a quel tempo piccolo borgo di case e di botteghe specializzate nella produzione e nella lavorazione delle maioliche situato attualmente in località nel comune di Carmignano in provincia di Prato in Toscana, dove, guarda caso, si trovano le pendici del Montalbano, posto assai caro al giovane Leonardo. Leonardo sembra che abbia passato molto tempo della sua infanzia proprio a Bacchereto, dove il nonno possedeva una piccola fornace e fino ai sedici anni questo luogo sia stato il vero “centro illuminante” di Leonardo, dove per la prima volta, ha visto forgiare il ferro, lavorare le terre cotte per il vasellame e, tra queste, conoscere i processi della pittura e della lavorazione proprio delle maioliche. Una simile scoperta è stata possibile grazie a un ampio e complesso apparato di studi e analisi diagnostiche. Tra i vari esami il più importante, spiega il Professor Solari, è la termoluminescenza e Panalisi stratigrafica. La prima opera di Leonardo da Vinci è San Gabriele Arcangelo del 1471.
Il dipinto sarebbe stato donato alla famiglia Fenicia di Ravello da Giovanna d’Aragona nel 1499 “per servigi resi”. Prima di questo passaggio di proprietà, gli scienziati ipotizzano che l’opera sia stata regalata alla sovrana direttamente da Leonardo, oppure che sia entrata in possesso della famiglia reale attraverso gli Sforza a seguito del matrimonio con Isabella d’Aragona, di cui Giovanna era nipote. Arcangelo Gabriele (Leonardo da Vinci 1471). L’Arcangelo Gabriele, realizzato sul quadrella in terracotta di centimetri 20×20 cm, realizzata e firmata da un giovane Leonardo, rappresenta dipinto più antico di un giovanissimo Leonardo Da Vinci. La firma del genio, “da Vinci Lionardo” si legge da sinistra verso destra, sul volto dell’Arcangelo Gabriele ed è parzialmente “mimetizzata” sulla mandibola unitamente alla data, “1471,” e ad un intreccio composto da lettere e numeri posizionati sotto il nome Lionardo; sul bordo della quadrella vi è anche la sigla “LDV ib” ad indicare le proprie iniziali ed in modo abbreviato e speculare la propria località di origine “Leonardo Da Vinci di Vinci”, facendone il primo dipinto autografo conosciuto.
La straordinaria scoperta è stata annunciata al Mondo dal Prof. Ernesto Solari, noto studioso di Leonardo, recente autore di studi e importanti scoperte leonardesche relative anche alla scultura e dalla Dott.ssa Ivana Rosa Bonfantino, Consulente Grafologa già Professore di Grafologia Comparata e Storia della Grafologia dell’ Università LUMSA di Roma, che dopo un lungo studio diagnostico e l’intreccio di diverse prove scientifiche ed artistiche, hanno presentato l’opera per la prima volta, nella sede della Stampa Estera di Roma. L’opera è stata autenticata dal Prof. Solari, che ha proceduto anche ad un minuzioso confronto con le opere degli artisti che hanno preceduto l’opera di Leonardo, i suoi maestri o artisti coevi al periodo di apprendistato verrocchiesco, il quale ha confermato che il volto di profilo abbinato al busto di tre quarti, gli effetti sfumati delle ombre e del chiaroscuro negli incarnati dell’Angelo, ma soprattutto il modo di raffigurare i riccioli dei capelli, sono caratteristici di Leonardo; sono inoltre da considerare anche alcuni aspetti fisionomici così come la realizzazione del profilo stesso con un’unica linea piuttosto marcata e senza indecisioni (caratteristica di molti suoi disegni), ma anche il tratto del mancino presente nell’accenno di tratteggio dell’ombra sotto il mento, nel collo e sulla guancia. Tutti elementi, questi, che caratterizzarono la produzione successiva del grande Leonardo e quella della sua maturità e infine il riconoscimento è frutto di fattori caratterizzanti sia la quadrella che le maggiori opere dell’attività successiva e della maturità del Vinciano.
L’ opera grazie alla presenza dei tracciati grafici è stata oggetto di autenticazione e attribuzione di paternità da parte della Dott.ssa Ivana Rosa Bonfantino, la quale all’esito delle approfondite verifiche tecnico- grafiche ha potuto concludere e certificare che tutti i tracciati grafici presenti sul dipinto sono stati vergati di pugno da Leonardo Da Vinci in età giovanile coerente con la data 1471 presente nel dipinto, che allo stato dell’ attuale conoscenza risulta essere il più antico giunto sino a noi realizzato dal genio toscano che offre, in assoluto, la sua prima firma autografa, eseguita da sinistra verso destra “imprigionata” nella sua “Pittura d’eterna vernice” scoperta unitamente a tutti i tracciati grafici presenti nell’opera, infatti fino ad oggi l’unica firma nota di Leonardo era quella presente nel contratto per l’esecuzione del dipinto la Vergine delle Rocce datato 25 aprile 1483. Inoltre all’autenticazione dell’opera ha contribuito la Dott.ssa Giuliana Gardelli, Storica dell’Arte e Ceramologa di fama Internazionale, che dopo attenta analisi e approfonditi studi ha concluso che l’opera nella sua altissima, singolare ed eccezionale esecuzione è ascrivibile al periodo Rinascimentale.