Tondo in terraglia bianca ad immagini figurative impreziosite dal rilievo realizzato ad oro. Diametro cm. 19,5.

Medaglione Città di Palermo

Rappresenta al centro lo Stemma della città di Palermo attorniato da particolari emblematici della città sicula, secondo il D.C.G. del 18 maggio 1942, qui sotto riportato.

Lo stemma ufficiale palermitano ha la seguente blasonatura: uno scudo con lo sfondo rosso, timbrato dalla corona di città, al centro del quale è presente un’aquila con le ali aperte di colore oro che tiene tra gli artigli la legenda che riporta la sigla “S.P.Q.P. “

La sigla “Senatus Populus Que Palormitanus” ha antica e nobile origine: si trova per la prima volta nell’opera quattrocentesca di Pietro Ranzano, storico, umanista e vescovo, nato a Palermo, intorno al 1426/1427 e morto a Lucera, nel 1492 0 1493.

Nel tondo in esame, ai due lati del blasone è inserita doppia lesena terminante ad ogiva (sesto acuto), caratteristica dell ‘architettura gotica, e decorata da due tondi fra tre lineette, retaggio di una antica simbologia alchemica.

A destra e a sinistra delle lesene si individuano due figure accovacciate di cui, specialmente in quella a destra, s’intravvedono forse il viso, un braccio e una gamba, entrambe reggenti un paralume.

Al di sotto campeggia ampio arco gotico in rilievo decorato a lineette oblique parallele, con ai lati due grandi rosette di diversa forma, di cui quella a sinistra ha afflato alchemico e la destra richiama il moderno emblema dei giochi olimpici.

Segue una decorazione tripartita: al centro appaiono spighe di grano raggiate come rami di un albero, ed ai lati, tondini a destra e a sinistra, alludenti a finestre o porte di torri.

Al centro un lungo rettangolo pare indicare un porticato chiuso ai lati da elementi arborei e diviso in due parti da una serie di tratteggi forse di carattere alchemico, stante leggiadri dipinti, probabilmente occhi, che paiono guardare in basso, dove fra onde marine nuotano due pesci in opposizione ma indirizzati al centro.

Tutta la decorazione è incorniciata da rilievo con varie figurazioni fino a metà, dove si evidenzia a destra un uomo accovacciato con braccio levato in alto a sorreggere un paralume e gamba in basso, e a sinistra simile figura rivolta all ‘ opposto.

Completa questo complesso ed intricato dipinto a risvolti alchemici, nella metà inferiore un cordone a varia forma, terminante ai lati con viso umano e con la mano che sostiene una lampada da tavola con altro paralume.

Proprio il legame che unisce la mano dell’uomo alla lampada che illumina il cammino determina la spiritualità emblematica che emana da tutta la figurazione.

Ad una disamina storica, osserviamo in questa opera attuale un afflato rivolto ad un passato lontano ma che è sempre rimasto intatto nella memoria collettiva, e non solo degli storici o degli studiosi, ma di ognuno che sappia trovare la bellezza anche in un richiamo ancestrale.

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